L’Archivio fotografico della ditta fotografica Carlevaro di via Cesarea a Genova è giunto in Fondazione Ansaldo con un contratto di comodato nel 2016. Consta di circa 250.000 negativi su supporti vari e di vari formati. La stragrande maggioranza dei pezzi è comunque costituita da negativi alla gelatina/ sali d’argento su acetato di cellulosa nei formati 13x18, 10x12, 6x7, 6x6. Le condizioni conservative sono generalmente buone e i casi di avanzata sindrome dell’aceto sono sporadici.
Nella fase degli accordi per l’acquisizione dell’archivio si è raccolta tutta la documentazione disponibile relativa alla storia dell’impresa e sono stati acquisiti i registri giornalieri dell’attività fotografica su commissione. Il sig. Carlevaro ha inoltre messo a disposizione la tesi di laurea della figlia sullo sviluppo del marchio Carlevaro e sulla storia delle imprese fotografiche genovesi, che è stata di grande aiuto per una comprensione più approfondita delle fotografie e dell’organizzazione dell’archivio. Il titolare dell’impresa è inoltre stato intervistato nell’ambito del nuovo progetto di raccolta di fonti orali “In prima persona – Diari di vita e di lavoro”.
Durante la prima fase di studio dei registri e di confronto con le buste numerate che contengono i negativi, il contatto telefonico col sig. Carlevaro è stato assiduo. Grazie alla sua disponibilità si sono potute ricostruire le prassi lavorative dello studio e chiarire i dubbi emersi durante la lettura dei registri. I registri sono come d’abitudine compilati come un elenco di servizi fotografici. Ogni servizio reca le informazioni principali: il committente e l’intervallo numerico dei progressivi univoci dei negativi. Ma non la data. Essa compare sporadicamente con timbri che segnano giorno mese anno e a ciascun cambio di anno.
Queste immagini permettono di gettare uno sguardo sui vasti brani della città storica che, complici le distruzioni belliche, scomparivano per lasciare spazio alla città del radioso futuro del boom. Le immagini prodotte su commissione delle numerose imprese edilizie impegnate nella ricostruzione postbellica permettono una documentazione capillare delle vicende urbanistiche in uno dei momenti che hanno maggiormente definito le forme della città odierna. La città di Genova viene fotografata anche su commissione dell’Ente Provinciale del Turismo. Questi servizi raccolgono alcuni degli scatti più significativi dell’archivio. L’archivio documenta inoltre il lavoro in tutte le sue forme, l’industria, l’artigianato, le vetrine dei piccoli esercizi.
I negativi erano conservati nelle abituali glassine nelle classiche scatole di lastre 13x18. Si è rispettata la numerazione originale apposta su ciascun negativo e rispecchiata nella suddivisione in servizi (ciascuno in una busta con indicazione dell’intervallo numerico dei fotogrammi) annotata sui registri. Considerata la mole imponente dell’archivio si è deciso di selezionare i negativi da passare allo scanner. La selezione è stata necessariamente arbitraria e fondata sugli interessi prevalenti delle richieste che giungono giornalmente in fototeca. Le informazioni relative ai servizi scartati, desunte dai registri, sono comunque state riportate su un file excel che permetta di reperirli facilmente su richiesta. Le scansioni avvengono su scanner piano con telai di supporto per la planarità dei negativi di tutti i formati. Salvataggio in formato tiff a partire da 2400 dpi 16bit/canale per il formato 6x6 e a scalare al crescere del formato.
Dopo la scansione i negativi sono stati ricollocati in album in cartone PAT tested all’interno di buste trasparenti in polipropilene con tasche a misura per ciascun formato.